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Freeheld – Amore, giustizia, uguaglianza. Negli ultimi mesi non si è parlato d’altro e la scorsa settimana è finalmente approdato anche nelle sale italiane; un film completamente diverso da Io e lei, che abbiamo visto ad Ottobre, sicuramente più drammatico ed emotivamente impegnativo rispetto alla “commedia all’italiana” della Tognazzi. Nonostante la tematica sicuramente più pesante e meno frivola, rimango comunque sconcertata nel leggere che Freeheld nel primo weekend di distribuzione in Italia ha incassato meno di un terzo rispetto ad Io e Lei.
La storia, che ci viene riproposta sotto forma di film, è la reale lotta per la parità dei diritti della detective Laurel Hester, riluttate nel dichiararsi lesbica per via di passate esperienze di discriminazione sul lavoro e non. Laurel, infatti, una volta scoperto di avere un tumore al quarto stadio richiede che la sua compagna, Stacie Andree, possa beneficiare della reversione pensionistica prevista per i coniugi degli impiegati statali, presentando la sua domanda ai freeheld del consiglio di Orange County. Peter Sollet è riuscito perfettamente a far penetrare il messaggio che la stessa lotta nella vita reale aveva probabilmente trasmesso ai cittadini dell’epoca, un messaggio d’amore e dolore al tempo stesso, la ricerca di una giustizia che sia davvero uguale per tutti e che tenga conto del rapporto che lega due persone dello stesso sesso valutandolo sullo stesso piano di quello di una coppia eterosessuale.
Nonostante il messaggio importante ed emotivamente coinvolgente si notano alcune incongruenze nella costruzione dei personaggi, tra cui spicca in particolar modo il reverendo ebreo gay, una specie di personificazione dei maggiori stereotipi sugli omosessuali che “facendo teatrino” – come lo stesso collega di Laurel definisce il suo attivismo – vuole far diventare la storia Hester/Andree un caso mediatico solo per attirare l’attenzione sul suo scopo (i matrimoni gay), che però non coincide con quello della protagonista. A livello recitativo, invece, ho trovato molto incisive sia Ellen Page nel ruolo di Stacie che Julianne Moore, anche se nel ruolo di Laurel le si può forse rimproverare minor pathos ed empatia per il personaggio rispetto ad Alice in Still Alice. Forse un po’ impacciato Michael Shannon nel ruolo di Dane Wells anche se, più che diventare un punto a sfavore, lo rende addirittura più credibile nella difficile decisione di sostenere la sua partner lavorativa in una lotta che tutti reputano immorale.
Nel complesso, nonostante alcune volte la sceneggiatura prenda una piega leggermente scontata perché tipica di tutte quelle opere che trattano di diritti civili e malattie terminali, l’insieme risulta bilanciato, non ci sono elementi che spiccano troppo sovrastando tutti gli altri, (quasi) tutto si amalgama in modo armonioso e non si sfrutta la malattia ma la fiducia nel sistema legislativo del proprio paese per spingere i giudici a votare a favore della richiesta di Laurel. Un film che sicuramente risulta essere più utile e d’impatto in un paese arretrato sul tema com’è l’Italia rispetto invece all’America, dove il 26 Giugno di quest’anno è stato sancito il diritto al matrimonio per qualsiasi cittadino, omosessuali inclusi, e che mi auguro sarà un buon punto di partenza per smuovere le persone poco informate sul tema e spingerle a pensare e a crearsi un’opinione a riguardo.
Freeheld è quindi un film che spicca principalmente per il messaggio che trasmette e che mette leggermente in secondo piano la realizzazione artistica, anche se il cast contribuisce nettamente alla buona riuscita del progetto grazie all’interpretazione realistica e attenta dei personaggi; sicuramente il film non riporta passo passo la storia vera ma, d’altronde, non si riuscirebbe più a catturare l’attenzione del pubblico se si facesse così. Ottima anche la scelta di inserire una piccola photogallery al termine del film con le foto reali di Laurel e Stacie, così da stemperare un po’ l’atmosfera mostrando l’amore che le univa.
La mia valutazione è di 8.5/10, mi ritengo piuttosto soddisfatta e, nonostante le recensioni negative lette in questi giorni, posso dire di averlo davvero apprezzato.
~Jeka~